Dalla coltivazione al confezionamento, il tabacco determina un uso intensivo di risorse e il rilascio di sostanze chimiche nocive nel suolo e nelle acque, nonché quantità significative di gas a effetto serra. I suoi residui restano, poiché i mozziconi rappresentano la componente più grande dei rifiuti in tutto il mondo. L’industria del tabacco coinvolge 124 paesi e occupa 4,3 milioni di ettari di terreno agricolo. Circa il 90% si svolge nei paesi a basso reddito, con la Cina, il Brasile e l’India come i maggiori produttori.

Coltivazione

  • Poiché il tabacco è spesso una monocoltura coltivata senza essere ruotata con altre colture, le piante e il suolo vengono impoveriti nelle difese naturali e richiedono maggiori quantità di sostanze chimiche per la crescita e per la protezione dai parassiti.
  • Il tabacco inoltre toglie molti nutrienti dal suolo e richiede enormi quantità di fertilizzanti, un processo che porta al degrado del suolo e alla desertificazione, con conseguenze negative per la biodiversità e la fauna selvatica.
  • L’uso di prodotti chimici influenza direttamente la salute degli agricoltori, il 60% al 70% dei quali sono donne. Ciò è particolarmente importante nei paesi a basso e medio reddito, dove sono ancora utilizzati alcuni composti vietati nei paesi ad alto reddito.
  • L’agricoltura utilizza anche una quantità sorprendentemente grande di legno, rendendo il tabacco responsabile di deforestazione, una delle principali cause del cambiamento climatico: circa 11,4 milioni di tonnellate di legno vengono utilizzate annualmente per l’essiccazione della foglia di tabacco, ottenuta attraverso vari metodi, tra cui il fuoco di legna. L’entità della distruzione è pari a un albero ogni 300 sigarette o, in altri termini: ogni 15 pacchetti (1 stecca e mezzo).

Fumo espirato dal fumatore (mainstream smoke)

  • I danni per l’ambiente derivano anche dal fumo espirato: nel 2012, 967 milioni di fumatori hanno consumato circa 6,25 miliardi di sigarette in tutto il mondo. Ciò significa che circa 6.000 tonnellate di formaldeide e 47.000 tonnellate di nicotina vengono rilasciate nell’ambiente.
  • Il fumo di tabacco contiene circa 4.000 sostanze chimiche, di cui almeno 250 sono note per essere dannose. Inoltre contiene anidride carbonica, metano e nitrosi ossidanti. I gas a effetto serra derivanti dalla combustione delle sigarette nel mondo equivalgono a quelli emessi da 1,5 milioni di veicoli a motore ogni anno.

Fumo rilasciato dalla sigaretta che brucia (sidestream smoke)

  • Il fumo prodotto, tra una boccata e l’altra, dalla parte della sigaretta che brucia, il cosiddetto “sidestream smoke” rappresenta l’85% del fumo passivo ed è particolarmente tossico: contiene due volte la quantità di nicotina e 147 volte più ammoniaca rispetto al fumo che esce dalla bocca del fumatore o dal filtro, il cosiddetto “mainstream smoke”. [LINK AI ]
  • Alcuni di questi inquinanti rimangono nell’ambiente (e nelle nostre case) come “fumo di terza mano”, accumulandosi nella polvere e nelle superfici di interni.
Rifiuti

Man mano che la sigaretta brucia, il fumo espirato viene immesso nell’aria, mentre ciò che resta é cenere, la parte della sigaretta più prossima al filtro e il filtro: due terzi di ogni sigaretta finiscono come rifiuto. Quando fumano all’aperto, i fumatori gettano spesso i mozziconi per terra, un comportamento considerato ancora oggi socialmente accettabile, ritenendo erroneamente che siano innocui e rapidamente degradabili. Si tratta di due false credenze. Infatti, proprio per la presenza del filtro che trattiene il 40-60% dei gas, vapori e micro-particelle presenti nel fumo, i mozziconi rappresentano un concentrato di sostanze tossiche e dovrebbero essere classificati come rifiuti tossici. Inoltre, contrariamente a quanto si pensa comunemente, il loro tempo di smaltimento nell’ambiente è lungo (1-5 anni).

L’OMS stima che tra il 340 e il 680 milioni di chilogrammi di mozziconi vengono gettati via ogni anno: essi rappresentano dal 30 al 40 per cento di tutti i rifiuti raccolti in mare e dalla nettezza urbana. Oltre a questo, 2 milioni di tonnellate di carta, fogli, inchiostri e colla utilizzati per l’imballaggio, andranno a costituire un ulteriore carico per i sistemi di smaltimento e riciclo dei rifiuti.

Si stima che, in Italia, vengano prodotti ogni anno 72 miliardi di mozziconi, in parte abbandonati in strade, spiagge, in mare, senza alcuna precauzione. In questo modo, vengono immesse nell’ambiente più di 300 tonnellate di nicotina, più di 20 tonnellate di gas tossici, 1800 tonnellate di composti organici volatili (benzene, toluene, ecc), oltre 1400 tonnellate di catrame condensato, 1872 Bq di Polonio-210 e 12.240 tonnellate di acetato di cellulosa.

In funzione dell’ambiente in cui vengono rilasciati e delle modalità del rilascio, i mozziconi provocano diversi tipi di problemi:

  • su marciapiedi e strade, soprattutto nei pressi di esercizi pubblici o fermate di mezzi pubblici, i rifiuti dei fumatori (mozziconi, ma anche pacchetti con la carta interna e il cellophane di rivestimento) rappresentano uno dei rifiuti più abbondanti e costosi da rimuovere, anche per la tendenza a infilarsi negli interstizi.
    • Se non raccolti, restano in loco per diverso tempo e possono essere ingeriti da uccelli e altri animali;
    • con la pioggia, parte dei filtri e delle sostanze tossiche trattenute in essi, passano nelle fognature e da qui, se non trattenuti dai processi di grigliatura fine impiegati nella depurazione delle acque reflue, ai fiumi e infine al mare
  • sulle spiagge italiane, i mozziconi, insieme ai tappi di bottiglia, sono tra i rifiuti più presenti:
    • ogni metro quadrato di sabbia ripulita dai volontari contiene in media due mozziconi di sigaretta
  • nel mare, i filtri delle sigarette rappresentano il primo tra i rifiuti presenti nel Mediterraneo. L’impatto sulla fauna non è facile da quantificare, anche se è stata dimostrata la tossicità del percolato per i pesci
  • quando i mozziconi ancora accesi vengono gettati da auto ai bordi di strade, dai treni lungo le linee ferroviarie, e poi lungo i sentieri, le piste forestali possono cadere sull’erba secca o altri residui vegetali e innescare un incendio, anche per effetto degli spostamenti d’aria provocati dai veicoli o dal vento. Anche nelle abitazioni i mozziconi possono dar fuoco a coperte o tende. Secondo il Dipartimento della Protezione Civile, gli incendi in abitazioni e boschivi causati da mozziconi accesi sono stati 6154 nel 2009 e 4377 nel 2010. Si tratta della più comune causa di incendio boschivo colposo in Italia, oltre alle pratiche agricole illegali di usare il fuoco per bruciare stoppie, terreni incolti.

 


Per saperne di più

  • Lombardi CC, Di Cicco G, Zagà V. Le cicche di sigaretta un rifiuto dimenticato. Tabaccologia 2009;4:27-36.
  • Lombardi CC, Di Cicco G, Zagà V. Impatto ambientale delle cicche di sigaretta. Energia, ambiente e innovazione 4/2010.
  • United Nation Environment Programme. Marine litter: a global challenge. UNEP 2009;232:96-106.
  • Healton CG, Cummings KM, et al. Butt really? The environmental impact of cigarettes. Tob Control 2011;20 Suppl 1:i1
  • Leistikow BN, Martin D, Milano C. Fire injuries, disasters, and costs from cigarettes and cigarette lights: a global overview. Preventive Medicine 2000;31:91–9.